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Opere su cui salire e sdraiarsi, da toccare, accarezzare e attraversare. Un invito ad instaurare un rapporto di empatia con le sculture attraverso il tatto. Protagoniste di questo volume sono le immense ma minimali sculture dell'artista giapponese, per la prima volta in Italia. Il "minimalismo" si esprime nelle forme pure che Yasuda realizza e poi depone in un determinato luogo dove i concetti di "universalità" ed "eternità" si sposano sia con la sede sia con il suo linguaggio artistico - con umiltà e attenzione infinite. Opere che si collocano nello spazio come presenze. La scultura di Kan Yasuda intrattiene un dialogo con la sede che la ospita, in un consapevole confronto di segni. Yasuda imposta il rapporto con l'ambiente attraverso una disposizione progettuale delle opere. Le sue non sono sculture concepite per specifiche situazioni ambientali. L'artista, al contrario, colloca grandi sculture, dapprima realizzate, in modo da sollecitare la realtà ospite. La più emblematica delle sculture è "Apprezzamento celeste (Tensei)" opera misteriosa e complessa, come la maggior parte dei fenomeni apparentemente semplici. Quattro pezzi squadrati di marmo formano un rettangolo verticale che racchiude un vuoto rettangolare. Il vuoto, anche se mantiene il proprio carattere di vuoto, è perpetuamente riempito dalla vita che cresce, cambia, si muove dietro ad esso. Il rettangolo funge da cardine, funziona armoniosamente sia verso ciò che c'è al di fuori di esso quanto verso ciò che racchiude.